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Violenza sulle donne: malcostume del governo promettere e non mantenere. Grave farlo sulla pelle delle donne italiane

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Testo dell’intervento a Montecitorio nell’ambito del dibattito sulla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Presidente, colleghi, anche quest’anno, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, sono numerose le manifestazioni e le iniziative di sensibilizzazione promosse su tutto il territorio nazionale da partiti, associazioni, organizzazioni. E questo, devo dire, ci conforta. Ci conforta molto perché sappiamo quanto sia importante sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alla vastità e alla drammaticità del fenomeno di cui stiamo parlando. Ci conforta un po’ meno, onestamente, pensare che quest’oggi, in quest’Aula, si possa consumare l’ennesimo esercizio retorico quando si richiama l’attenzione dell’Assemblea su di un fenomeno che dovrebbe essere sempre, tutti i giorni, sotto i riflettori delle istituzioni e del Governo, e che ogni anno rende schiave della paura e della violenza milioni e milioni di donne in Italia e nel mondo e che miete più vittime di quante non ne lasci sul campo, per esempio, la mafia. Negli ultimi giorni sono stati pubblicati numerosi studi e statistiche, cui lei stessa ha fatto riferimento, che ci aggiornano sull’evoluzione e sulle dimensioni di questo fenomeno.

Tutti i numeri che abbiamo a disposizione ci dicono una sola cosa e cioè che è sbagliato pensare di interrompere un percorso che era stato virtuosamente avviato, anche con grande fatica e con tante difficoltà, con l’aiuto e la collaborazione di tutte le forze politiche presenti in Parlamento e col sostegno e l’aiuto prezioso dei membri del mondo dell’associazionismo dei centri anti-violenza e che aveva portato il contrasto alla violenza sulle donne ad essere una priorità assoluta nella agenda politica nazionale ed internazionale, portando a promuovere e a realizzare strumenti utili per prevenire, contrastare e aggredire questo fenomeno sotto tutti i punti di vista. Sotto il punto di vista della prevenzione, attraverso azioni e campagne di comunicazione e di sensibilizzazione anche nelle scuole italiane; sotto il profilo della protezione delle vittime, attraverso il finanziamento ai centri anti-violenza reperendo fondi importanti e significativi in una fase drammatica della nostra crisi economica e finanziaria; sotto il profilo della persecuzione dei reati attraverso il varo di leggi importanti come ad esempio quella sullo stalking.

Ecco perché in una giornata come questa, in una giornata così importante, non ci interessano le celebrazioni fini a se stesse, non ci interessa la retorica, non ci interessano gli annunci, le promesse, le buone intenzioni. Ci interessa sapere cosa realmente sta facendo il Governo, o meglio: cosa sta aspettando il Governo a considerare questa come una priorità per mettere in campo azioni, strumenti e soldi per assicurare alle donne italiane libertà, dignità e sicurezza? Cosa si aspetta a dare attuazione, attuazione concreta non formale, alla Convenzione di Istanbul? Stiamo ancora attendendo di conoscere lo stato dell’arte della task force interministeriale, un organo elefantiaco composto da dieci ministeri, da rappresentanti degli enti territoriali, dal mondo dell’associazionismo. È più di un anno che questa task force sta lavorando per attuare il piano di azione straordinario.

Come dice la stessa collega del Partito Democratico, dai giornali, noi oggi, dai giornali, ripeto, apprendiamo che forse, probabilmente, questo piano di azione straordinario che dovrebbe contrastare in maniera sinergica e coordinata questo grave e drammatico fenomeno, vedrà la luce a gennaio. Non lo sappiamo qui in Parlamento o nelle Commissioni parlamentari, lo apprendiamo dai giornali e questo è indicativo dell’importanza che il Governo dà a questo fenomeno. È più di un anno che aspettiamo, Presidente, e non vorremmo sinceramente, visto il malcostume di questo Governo, trovarci di fronte ad un’altra data disattesa e di fronte ad un’altra Promessa non mantenuta perché in questo caso si tratterebbe di un gioco fatto sulla pelle delle donne italiane, una pelle che porta già troppe cicatrici, alcune delle quali difficilmente rimarginabili.

Tutto questo mentre i centri anti-violenza rischiano di chiudere, lamentano la carenza di fondi; è di oggi un articolo pubblicato su Il Corriere della sera in cui si descrive come sia drammatica la situazione dei centri anti-violenza e tutto questo mentre la legge di stabilità per il 2015 non prevede il rifinanziamento delle politiche di genere, tutto questo mentre il Governo voleva far passare una norma per abolire la carcerazione preventiva per il reato di stalking. Tutto questo mentre ancora langue senza risposta la richiesta pressante, fatta da Forza Italia, affinché questo Governo si doti di un interlocutore istituzionale per affrontare questo problema e cioè di un Ministro per le pari opportunità.
E allora, Presidente, e concludo, in questo giorno così importante, noi chiediamo risposte concrete, non annunci e neanche promesse di consultazioni   on line; chiediamo che il Governo non prenda più in giro le donne italiane, chiediamo che il Governo non prenda più in giro il mondo dell’associazionismo, chiediamo che siano rifinanziati i centri anti-violenza, che oggi costituiscono l’unico presidio a tutela della sicurezza e della libertà delle donne italiane. Ma soprattutto chiediamo rispetto per le tante vittime di questo Paese, non solo nelle ricorrenze come quelle di oggi, ma tutti i giorni con fatti concreti e non con promesse slide.

 

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